E’ sempre la stessa storia

desobediencia

Sabato 24 gennaio ore 15 – corteo antifascista a Cremona – partenza dal centro sociale Dordoni – Via Mantova

Domenica 18 gennaio la stupidità umana chi ha mostrato il suo lato più becero e ignorante, sfoggiando la nera divisa dello squadrista, sceneggiando uno spettacolo degno di un film di costa-gavras.

Qualsiasi azione vitale si decida (o si crede di decidere) di compiere – lavorare, mangiare, amare, condividere, conoscere, imparare, insegnare, accogliere – si è sempre ammantati dall’acre sapore del fascismo. Ovunque ci si trovi, dalla fabbrica al supermercato, dalla strada al cinema, dall’ufficio al tribunale, devi combattere con prevaricazioni, prepotenze, coercizioni.

I banditi assurti al potere hanno fabbricato armi meno appariscenti ma sempre più affilate, letali.

Obiettivo da raggiungere: annullamento delle emozioni, dei desideri, delle passioni.

Ciò che si pensa siano libertà, non sono altro che surrogati velenosi inoculati nel nostro sangue, assimilati con beneplacito del nostro sistema immunitario, rendendo sempre più fosca la visione e la percezione della realtà, togliendo le sfumature e le gradazioni dei colori.

Come gli dei dell’olimpo, queste forme di fascismo così “elevate” e pervasive, si divertono a sguinzagliare i cani rabbiosi legati nel giardino, perchè comunque un po’ di terrore non guasta, spiana la strada ad un nuovo scatto evolutivo del controllo sociale, il fascismo 2.0.

Il cane rabbioso è addestrato a sbranare qualsiasi pensiero critico che possa gridare che il re è nudo!

Mentre il cane si nutre della tua carne, il mondo osserva, forse un po’ perplesso, molto più spesso infastidito e giunge celermente alla conclusione “te lo meriti, te ne stavi nel tuo cantuccio più meno caldo” … “invece che andare in giro a sovvertire la Regola, unica e santa, gratis et amore dei” … scegliete voi, cambia poco, l’importante è sgombrare la strada da sangue e sporcizia, “che devo passare e il sangue e l’odore mi fanno un po’ senso”.

Un uomo è in fin di vita perchè i cani hanno affondato le zanne, hanno strappato la carne, hanno succhiato il sangue.

Ammaccati, feriti e lividi, vediamo il nostro spirito nutrirsi di nuova linfa, di un rinnovato desiderio di libertà e di giustizia. Tutto ciò non lo andremo a chiedere ai regnanti, ce lo costruiremo e lo vedremo crescere sempre più dignitoso e potente.

Fessi loro se credono di averci nelle loro mani.

Non ci toglieranno mai il nostro desiderio di cambiare questo squallido mondo, di inventare un presente giusto per un nuovo futuro, di vivere la nostra rivoluzione con gioia.

Algidi manovratori e burattini nauseanti, sarà una fragorosa risata che vi seppellirà.

P.S.

E’ doveroso porgere le nostre più sentite scuse a tutti i canidi che siamo sicure/i ci sapranno perdonare per l’uso così poco rispettoso del nome della loro specie. Il lessico umano è purtroppo disseminato di concetti antropocentrici, a dimostrar sempre a destra e a manca quanto siamo superiori. Si può provare a sostituire la parola “cane” con “orco” o “mostro” o “uomo”. Purtroppo il patos dello scritto ne avrebbe risentito.

Consideriamo comunque i canidi talmente puri e autentici da poter capire le profonde motivazioni che ci hanno portato ad un uso così offensivo del termine “cane”.

Le cingiallegre

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